(Aldo Cardoso, Cochabamba, 2000) |
Siamo come l'acqua. Una goccia sola passa inavvertita. Scivola sul muschio. Cade sul suolo e scompare verso le viscere della Terra.
Siamo così. Percorriamo le ombre. Scorriamo tra le spaccature delle rocce. Uniamo i nostri tragitti. Traversiamo le grotte. Ci riuniamo a milioni nelle volte delle profonde caverne.
Siamo così. Avanziamo unite in un solo corpo. Potenti e girevoli, sorgiamo improvvisamente alla luce ruggendo nei torrenti e nessuna roccia può oporre più la nostra resistenza.
Eppure, al nostro passaggio rinasce nei prati la verdura e insieme germoglia una infinità di fiori, gli alberi dei boschi si coprono di tenere foglie nuove e negli orti si distinguono le gemme che saranno frutti dolci e sugosi.
Siamo così. Una persona sola passa inavvertita. I signori l'ignorano. Disprezzano la sua forza. E la vita del solitario scorre nel silenzio timoroso. Ma quando la multitudine avanza unita, tremano perché si sentono deboli e timorosi.
Siamo così. I nostri tragitti uniti, siamo la multitudine che li intimida. Per questa ragione vorrebbero contenerci, canalizzarci e isolarci secondo la loro convenienza. Vorrebbero che, nel suo vantaggio, noi rimarremmo come l'acqua stagnante, in un mondo diventato putrido e malsano. Ma allora sempre sorgiamo ruggendo improvvisamente alla luce di nuovo, con una forza travolgente di fronte a cui sanno di essere impotenti, e le loro muraglie si crollano e tutto il loro mondo di oppressione si rovina fino alle fondamenta.
Eppure, quando i giorni di collera e la devastazione rimangono indietro, e scivoliamo liberamente, portiamo anche la bellezza della primavera a tutti gli angoli della Terra.
Siamo così. Come l'acqua. Umile e invincibile. Veramente potenti.
(Testo integrato nell’installazione Los guerreros del agua, d’Aldo Cardoso, presentata nel contesto della mostra collettiva Aigua, una mostra fotogràfica, Amics de les Arts i Joventuts Musicals, Terrassa, 2011. Traduzione di Pep Julià.)
En 1997 el Banco Mundial impuso la privatización del agua en El Alto-La Paz y en la ciudad de Cochabamba como condición para su ayuda financiera. El gobierno del general Hugo Banzer entregó el control del agua a la compañía Aguas del Tunari, subsidiaria de las corporaciones transnacionales Bechtel, Edison y Abengoa, que en enero de 2000 elevó las tarifas un 200%.
ResponderEliminarLa Coordinadora de la Defensa del Agua y de la Vida impugnó la concesión y llenó las calles de protestas. Hugo Banzer mandó encarcelar a los dirigentes de la Coordinadora y decretó el estado de sitio de la ciudad durante 90 días con los suburbios sin agua potable, pero la resistencia ciudadana logró, después de una lucha encarnizada que se saldó con dos personas muertas y decenas de heridas, que el gobierno cancelara su contrato con Aguas del Tunari.